Il Programma Italo-Egiziano di Conversione del Debito

Il Programma di Conversione del Debito è uno dei più importanti strumenti di cooperazione tra Italia ed Egitto, non solo per l’entità delle risorse mobilizzate, ma anche per la forte ownership locale nei processi di sviluppo.
Il Programma nasce nel 2001, anno in cui fu siglato il primo accordo di conversione del debito tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Araba d’Egitto, per un valore di 149 milioni di dollari statunitensi ($USA) di debito generati da crediti di aiuto, convertiti in risorse destinate al finanziamento di cinquantatré iniziative, operanti in settori quali la tutela ambientale, il patrimonio culturale, lo sviluppo rurale, lo sviluppo delle piccole e medie imprese, l’istruzione, la protezione sociale, etc.
Alla luce del successo della prima fase, un secondo accordo intergovernativo, firmato nel 2007, ha previsto la conversione di una ulteriore quota di debito di 100 milioni di $USA. Tali risorse hanno permesso la realizzazione di trentuno progetti che, in continuità con le iniziative realizzate nell’ambito del primo accordo, hanno operato su temi quali lo sviluppo delle risorse umane, il trasferimento di tecnologia, lo sviluppo della produzione primaria, la tutela ambientale e lo sviluppo sociale.
L’attuale fase del Programma si basa invece sul terzo accordo di conversione del debito, firmato il 10 maggio 2012, per una durata prevista di 11 anni e un valore complessivo di 100 milioni di $USA (nello specifico corrispondenti a $ 82.755.369 più € 13.087.911).
Nel corso del 2021, il processo di conversione si è ufficialmente concluso: la totalità delle rate di debito incluse nell’Accordo è stata quindi versata sul Fondo di Contropartita (CPF) presso la Banca Centrale egiziana, generando un controvalore complessivo in valuta locale di LE 926.017.366.
Tali fondi, secondo quanto previsto dall’Accordo, sono destinati al finanziamento di iniziative che agiscono in cinque settori prioritari: 1) Nutrizione e sicurezza alimentare, 2) Istruzione e formazione professionale, 3) Sviluppo del Settore Agroalimentare, 4) Ambiente e Patrimonio Culturale e 5) Società Civile. In aggiunta a tali settori di intervento, il 2% dei fondi è invece destinato alla copertura dei costi operativi del Programma e alle attività di Assistenza Tecnica che, per decisione del Comitato di Gestione del Programma, sono gestite attraverso una apposita Unità di Supporto Tecnico (TSU).

Museum of Islamic Art, Cairo, UNESCO